martedì 16 settembre 2008

I giovani di An contro Fini

Dopo le affermazioni di Fini: "la destra si riconosca nei valori dell'antifascismo"



da La Repubblica


I giovani di An contro Fini: "Non saremo mai antifascisti"

"Il presidente di Ag dopo l'appello del leader di An ad aderire ai valori della Costituzione Iadicicco: "Noi non possiamo essere, non vogliamo essere e non lo saremo mai"

I giovani di An contro Fini
"Non saremo mai antifascisti"

Il Pd: "Ci inquieta il silenzio della Meloni, ministro che si deve occupare dei ragazzi italiani"

ROMA - "Ce l'ho messa tutta per trovare un motivo valido per essere antifascista ma non l'ho proprio trovato anzi ne ho trovati molti per non esserlo", è uno dei passaggi della lettera aperta che Federico Iadicicco, consigliere provinciale del Pdl e presidente di Azione Giovani, rivolge sul sito www. azionegiovaniroma. org agli italiani in merito al dibattito di questi giorni sull'antifascismo. Il Pd: "Cosa ne pensa il ministro Meloni?".


Dibattito aperto dalle parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulle leggi razziali e dal ministro della Difesa Ignazio La Russa su resistenza e Salò. Fino alle parole del presidente della Camera: "La destra politica italiana e a maggior ragione i giovani - ha detto Gianfranco Fini alla festa di Azione giovani 'Atreju 08' a Roma - devono senza ambiguità dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori della nostra Costituzione, come libertà, uguaglianza e solidarietà o giustizia sociale".


"Circa due anni fa - scrive oggi Iadicicco -, non nel 1943, il più importante sito della rete antifascista italiana, Indymedia, pubblicò un articolo di commento a una iniziativa di Azione giovani di Roma e ritenne utile mettere vicino al mio nome anche il mio indirizzo di casa, con l'evidente intento di puntare l'indice contro di me e di indicarmi come bersaglio da colpire. Ho pensato: 'Come potrei aderire alla cerchia dei miei aguzzini? Come potrei dichiararmi antifascista?'".


Ed ancora: "Sono andato un po' indietro nel tempo fra gli anni Settanta e Ottanta, comunque non nel 1943, e mi è venuto alla mente che alcune decine di ragazzi come me, che facevano quello che faccio io oggi, sono stati uccisi dall'odio degli antifascisti e francamente a quel punto sono crollato".


"Ce l'ho messa tutta - conclude Iadicicco - per trovare un motivo valido per essere antifascista ma non l'ho proprio trovato anzi ne ho trovati molti per non esserlo. A questo punto ti prego di capirmi e con me tutti i ragazzi di Azione Giovani. Prego Dio affinché ci dia la forza di perdonare chi in nome dell'antifascismo ha ucciso giovani vite innocenti; ma cerca di comprenderci noi non possiamo essere, non vogliamo essere e non saremo mai antifascisti".


La presa di posizione di Iadicicco arriva dopo molti segnali di malessere espressi da esponenti della destra italiana, in particolare di Azione giovani: "In proposito, vorremmo conoscere la posizione del ministro Meloni, ancora oggi presidente di Azione giovani - diceva ieri Pina Picierno, ministro ombra del Pd per le politiche giovanili -, visto che si è trincerata dietro un incomprensibile silenzio. Bisogna essere chiari. Ministro Meloni, il suo silenzio ci inquieta poichè tradisce un conflitto insanabile tra la sua carica di Presidente di Azione giovani e il suo ruolo di ministro che si deve occupare dei giovani italiani di una Repubblica nata proprio dopo aver sconfitto quel fascismo che ogni sincero democratico ripudia con tutte le forze".

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