mercoledì 16 maggio 2007

T#3

la denuncia che dovrebbe colpire, pungere la dormiente coscienza della cittadinanza, non dovrebbe limitarsi ad un superficiale épater les bourgeois, a scandalizzarli bastano provocazioni per la provocazione - per quanto non condannabili in sé.
questa non è una provocazione.
il suo scopo finale è quello che ci appare come, piuttosto, uno scandalizzare se stessi, sia in quanto ormai tutti borghesi (il consumo diffuso è riuscito ad appianare spettacolarmente le differenze di classe, mantenendole su di un piano sostanziale ma irriconoscibile ed affidando agli homines sacri gli oneri di questa borghesizzazione espansa) sia in quanto il disinnescamento di revisionismo neofascista e di reificazione identitaria passano necessariamente da una coscientizzazione del sé.
dell'effettiva efficacia di questo progetto, di questa azione, sulla quale non ci facciamo certo molte illusioni, si dirà più avanti.

T#2

questa sciatteria di pensiero tende a rendere normale l'ostensione di tali simboli, ad inglobarli nell'arredo urbano come una qualsiasi pubblicità o segnaletica stradale, banalizzandoli al punto da rendere impossibile una memoria storica precisa del loro significato. lungi dal pensare che tale normalizzazione sia reale, riteniamo che essa non sia altro che una mascherata, per quanto inconscia possa essere, negazione di ciò che fu il fascismo (negazione principalmente di ciò che fu il fascismo italiano) ed un'altrettanta mascherata giustificazione della visione del reale di associazioni che si rifanno apertamente a quel cancro o che ne mutuano l'ignoranza, ossessionate come sono da una febbre di definizioni identitarie. se le prime, su tutte forza nuova, pur non essendo numericamente molto rilevanti anche se inserite capillarmente nel territorio, sono le referenti dirette degli autori materiali dei simboli in questione; le seconde, con fila ben più nutrite, catalizzano le insicurezze delle comunità "guardaroba" (comunità temporanee che si riuniscono in vista di occasioni che "non fondono, mischiano e trasformano le preoccupazioni individuali in un "interesse di gruppo"" per dirla con Z. BAUMAN), ne alimentano le paure, le stringono attorno ad identità prefabbricate, facendo leva ed allo stesso tempo spacciando per naturale quello che si potrebbe definire un fascismo di ritorno.

T#1

la questione è semplice, ladies and gentlemen:
denuncia:
come chiamarla altrimenti?
con questo progetto n&o intende fissare la vita dei muri di una città come verona, fedele doppio della vita della sua cittadinanza, che rivela un'incuria di pensiero critico e un'indifferenza sostanziale, riflesse nella durata di esposizione di questi segni, concime buono per revisionismi in atto.
che non ci sia solamente questo, sui muri come nella cittadinanza, è vero. ma questo è molto, anzi è intollerabile.

sabato 12 maggio 2007

R#4

verona: porta leoni (cancellate in seguito all'azione dimostrativa del csoa la chimica contro le scritte fasciste sui muri del centro di verona in data 28 gennaio 2007)


verona: via a. saffi


verona: via a. saffi


verona: sottoriva

domenica 6 maggio 2007

R#3

verona: vicolo ognissanti


verona: stradone a. provolo (cancellate in seguito all'azione dimostrativa del csoa la chimica contro le scritte fasciste sui muri del centro di verona in data 28 gennaio 2007)



verona: via m. d'azeglio, san bernardino



verona: cartolina

R#2

verona: via cappello (cancellata qualche giorno prima della visita di paparatzi il 19 ottobre 2006)


verona: via a. rosmini, san bernardino (cancellate in seguito all'azione dimostrativa del csoa la chimica contro le scritte fasciste sui muri del centro di verona in data 28 gennaio 2007)

verona: via pellicciai


verona: via pellicciai